Mai fidarsi degli uomini, soprattutto di quelli che ti sorridono porgendoti da un finestrino un maialino in scatola.
Dopo un paio di giorni scoprii che Pasqualino non era un maschio ma una femminuccia e quindi dovevamo cambiargli nome. In fondo Pasqualino non mi era mai piaciuto come nome ma dovevo abituarmi al fatto che, quell’essere che ormai si era impossessato del mio bagno, dove dormiva in una cesta, fosse una femmina.
Il “toto nome ” tenne impegnata la famiglia per un bel po’ ed alla fine optammo per “Giuditta” in onore di Klimt o forse di Benigni ovvero al suo “modello Giuditta” nel Piccolo Diavolo!
In effetti Giuditta si dimostrò subito un “piccolo diavolo”: si scolava più di un litro di latte di capra al giorno ed adorava succhiare qualsiasi parte del mio corpo le passasse a portata di bocca: piede, gamba o braccio indistintamente.
Anche se le scarpe e soprattutto le suole erano per lei un’attrazione irresistibile,
Dopo dieci giorni la signorina girava già per il paese a guinzaglio tentando di accattivarsi le attenzioni che le persone avevano riservato a Mike, il suo predecessore.
Mike, roseo con qualche macchia nera sparsa qua e là sul dorso, aveva avuto molti fans, Giuditta, tutta nera con la sua bella camiciola bianca, stupiva ma non riusciva a far dimenticare il gran ciccione che ci aveva lasciato da troppo poco tempo.
Estremamente intelligente e caparbia la maialina dimostrò subito di avere un bel caratterino e una volta svezzata la trasferii nella grande stanza con accesso alla corte dove vivevano già i miei sei gatti persiani.
La coabitazione si rivelò un successo e Giuditta non soffrì a causa del trasloco e tutta la famiglia festeggiò il ritorno del bagno alla proprietà esclusiva degli Umani e l’idea di poter espletare i propri bisogni fisiologici senza un maiale che ti succhia i piedi rese tutti molto felici.
