Una casetta per i nuovi arrivi

Le nuove caprette stanno per arrivare ed ho ottenuto in uso ancora un terreno da un’amica. Un terreno incolto e inutilizzato da un’infinità di tempo: carso selvaggio.

Arbusti e spine a non finire mi  hanno riportato indietro nel tempo, all’inizio della mia avventura, quando armata di un solo paio di cesoie, iniziai a ripulire il mio primo pezzo di Mondo.

Questa volta non ricadrò nello stesso sbaglio. Con il tempo ho scoperto l’esistenza di un attrezzo interessantissimo: la sega a motore. Simbolo di potenza e indipendenza, di svincolamento dalla supremazia maschile. Peccato che la mia sia rotta ma una mia amica ne ha una molto più bella e potente e così.. donne all’attacco!

Tre donne, una sega ed un terreno da reinventare.

Due orette di lavoro ed il sentiero è fatto. Una via tra i rovi, i rami ed i tronchi tagliati.

Una bella soddisfazione.

Abbiamo aperto la strada all’opera degli uomini.

La costruzione del recinto ha impegnato ben due giornate di “faticoso” lavoro di gruppo tra torte salate, polpettine, insalate e dolcetti accompagnati da birra e vino locale. Una faticaccia.

La casetta però è stata un’opera prettamente maschile e devo dire che è venuta veramente bene, un po’ più grande del progetto iniziale ma estremamente utile.

Ultimata in una fredda giornata di pioggia ha ospitato il banchetto finale di una giornata di lavoro, trasportandoci indietro nel tempo, quando bambini, giocavamo in giardino.

Il tocco finale, il telone impermeabile, lo abbiamo messo  io e un’amica, per sottolineare che, se non ci fossimo state noi donne, l’opera sarebbe rimasta incompiuta!

Se ti è piaciuto, condividilo
error
fb-share-icon

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *