Nonna Milka: la capra che sorride

Nonna Milka ha fatto un bel viaggetto.

Da Manzano al Mondodisusanna, una quarantina di km nel suo comodo trasportino dal quale sembra uscire controvoglia.

Il suo allevatore la incita ad uscire e lei, da grande star, si fa pregare.

La nonnina è spaventata, non conosce questo posto nuovo, quest’odore di carso, questa nuova terra che diventerà la sua casa. Non conosce me.

Alla fine esce fuori e si presenta. Consapevole della sua bionda bellezza mi sorride. E’ la prima volta che vedo sorridere una capra. Nonna Milka ha dei bellissimi dentini bianchi, leggermente sporgenti ma degni della pubblicità di un dentifricio.

La accompagniamo nel suo nuovo recinto e lei sembra apprezzare i cespugli e i rovi di rosa canina con le rosse bacche ammiccanti. Entra nella casetta nuova di zecca che profuma del fieno che ho sparso sul pavimento e continua a sorridere.

Mi piace nonna Milka, mi sembra una furbetta saggia. Una nonna saggia dalla barba bianca.. e che barba! Lunga e folta, mi vien voglia di farle una treccia o di metterle un fiocchetto rosa. Allontano dai miei pensieri l’immagine di nonna Milka sorridente che si affaccia dalla casetta con un bel fiocco rosa sulla barba spazzolata a puntino. Non posso raccontare quest’immagine irriverente al suo allevatore che mi spiega quanto, in verità, la nonnina sia stata una splendida fattrice e produttrice di latte.

Mi comunica che Milka continua ancora adesso a produrre latte, in quantità minore, ma che comunque dovrò mungerla una volta al giorno e poi diradare le mungiture in modo che il latte, pian piano, si esaurisca.

Questo non era nei miei progetti.

Quando Emma e Paolina, le caprette tibetane, sei anni fa approdarono nel mio mondo, imparai mio malgrado a mungere.

Emma era incinta ed il suo piccolino, che nacque in una giornata di pioggia e tempesta, morì dopo poche ore. Lo chiamai Amore e lo seppellii tra le lacrime in un angolo del campo. Fu così che dovetti imparare a mungere perché Emma poverina aveva le mammelle piene di latte. Non fu un’opera facile perché Emma e Paolina erano due caprette selvatiche e sopravvivere alla mungitura fu un’impresa ardua e memorabile.

Ma Milka mi sorride e so che mungere lei sarà tutta un’altra cosa.

 

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