Pamela Pappa Palla

Dopo la morte di Teresa, il mio grande amore, Camilla era rimasta sola.

Camilla è sempre stata un cane particolare, poco avvezzo alle coccole ed alle smancerie, introversa e solitaria. Con  Teresa,  che l’aveva accolta da cucciola, aveva trovato un equilibrio ed erano diventate grandi amiche.

A due anni dalla morte di Teresa, con la speranza di elaborare il lutto, decisi di prendere un altro cane che potesse accompagnare C

amilla nella vecchiaia.

Dopo un paio di mancate adozioni mi segnalarono una cucciolata appena nata nel canile di Lucinicco, un paese ad una trentina di km da Trieste. 

Madre pitbull, padre dogo. Mi sembrava un incrocio interessante.

Iniziarono così le mie visite settimanali al canile in compagnia di mia figlia per veder crescere una bellissima

cucciolata e scegliere quale di quei sette pelosi sarebbe diventato il nostro cane.

Mia figlia faceva il tifo per “Stracciatella”  io , come al solito per la “culona” della cucciolata. La cucciola più grande di tutti, cicciona e super vitale, un esserino senza pace, famelico e giocherellone. 

Bianca con una macchia nera che le circondava un occhio ed un’altra macchia ridicola che le coronava la base della coda.

“Stracciatella” era più dolce ed equilibrata, ricoperta di macchie nere mi ricordava più un dalmata che un pitbull.

Alla fine optai per “la culona” causando l’ennesimo “trauma animalesco” a quella santa di mia figlia.

In una giornata di febbraio con la mia amica, la bionda intelligente, andai a prendere la piccolina per portarla a casa.

Portai un lenzuolo da appoggiare sulle gambe della mia amica che avrebbe dovuto tenere la pelosetta mentre guidavo.

Avevo deciso di chiamarla Pamela.

Dopo la compilazione delle carte per l’adozione salimmo in macchina con la cucciola e incominciò l’interminabile viaggio verso casa.

Pamela vomitò esattamente ogni tre minuti per tutta la durata del percorso.

Giunte a Monfalcone il lenzuolo che la separava dalle gambe della mia amica finì nel bottino dell’immondizia proprio davanti al negozio dove comprai tre asciugamani nella speranza riuscissero a contenere  l’interminabile cascata di schifezze che usciva dalla graziosa boccuccia di Pamela.

 

Giunte a casa il piccolo mostro si placò, la mia amica passò un paio d’ore sotto la doccia e Camilla conobbe la sua nuova coinquilina. 

Quella notte Pamela dormì nel letttone con me e mio marito. Tutta la notte raggomitolata sopra di me.

La notte successiva la passò in una morbida cuccia di stoffa al lato del letto, la terza notte trascinò la cuccia in cucina e vi stabilì la sua dimora.

Camilla per un paio di mesi fece finta di non vederla. Poi decise di tollerarla. Alla fine  sono diventate amiche, inseparabili.

Pamela crescendo ha dimostrato di possedere tutte quelle doti che detesto in un cane.

1.Mangia qualsiasi cosa, se appartiene a qualche altro animale la ritiene assolutamente più appetibile quindi ingurgita:

la sua pappa, la pappa di Camilla, la pappa dei gatti, la cacca dei gatti; la pappa delle galline, la pappa dei conigli, il mangime degli asini , delle capre, delle pecore e del maiale, la cacca degli asini, delle capre, delle pecore e del maiale. Non disdegna il pane secco ed eventualmente i semi degli uccellini. Qualsiasi cosa cada a terra o transiti nel piatto di un  umano diventa per lei fonte di copiosa bava ed acquolina.

2. E’ palla dipendente.  La visione di una palla per lei è fonte di indicibile eccitazione e riesce ad abbaiare in tre tonalità diverse e la più acuta è “timpano perforante”. Riesce ad abbaiare per ore portando la palla a chiunque nella speranza di un lancio. La porta agli umani, agli asini , alle pecore. La appoggia sulla schiena del maiale ed aspetta abbaiando e guaendo.

3. E’ pura gioia di vivere. Ama tutti , ma proprio tutti e per dimostrare il suo enorme amore dopo una breve rincorsa, forte dei suoi 40 kg, atterra il malcapitato oggetto del suo amore e lo ricopre con passionali e incontenibili leccate.

Insomma Pamela è Pamela.

 

Impossibile resisterle.

Cicciona passionale e indomabile.

Ciclone di energia intrattenibile, insopportabile , travolgente.

Quaranta kg di amore che logorano i nervi di una santo ma dei quali non potrei più fare a meno.

 

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